To play or not to play ?

Diario dell’esperienza

Durante la formazione settembrina del Collegio abbiamo riflettuto sulla biografia umana, non solo i classici tre settenni che ci coinvolgono attivamente nel lavoro pedagogico con i nostri alunni, ma soprattutto uno studio sulla biografia negli altri settenni della vita. La consapevolezza degli adulti rispetto al proprio momento biografico, il riverbero del proprio atteggiamento e del proprio agito nel mondo, le domande sorte su come portare questo divenire individuale nel flusso della Comunità ci hanno aiutato a riscoprire l’importanza dell’esser desti in ogni momento della propria esistenza.

Vogliamo condividere il pensiero di Solone, il legislatore d’Atene, poiché la riflessione sulle età della vita dell’uomo è da sempre presente nella disamina filosofica dell’uomo. Solone dice, nei seguenti versi elegiaci: «Il bimbo piccolino, cui ancora infante è spuntata la corona dei denti, li perde entro i primi sette anni di vita; quando poi il dio ha fatto scorrere il secondo settennio, egli manifesta i segni della pubertà incipiente; nel terzo settennio, mentre le sue membra continuano a crescere, il mento gli si copre di barba e il suo volto perde floridezza; nel quarto settennio ognuno eccelle in forza, ed è in questa che gli uomini riconoscono i segni del valore virile; nel quinto è tempo che l’uomo pensi alle nozze e cerchi una discendenza di figli per il futuro; nel sesto la mente dell’uomo giunge alla formazione piena ed egli non aspira più come prima a realizzare opere impossibili; nel settimo e ottavo settennio è di estrema eccellenza quanto a intelletto e a parola, e questi due periodi assommano a quattordici anni; nel nono l’uomo ha ancora intatta la forza, ma si fanno più deboli in lui, di fronte a manifestazioni di grande virtù, la parola e il sapere. Se poi qualcuno, compiuta la vita entro i giusti limiti, giunge al decimo settennio, il destino di morte non lo coglie fuori tempo.»

Partendo dall’antichità abbiamo riscoperto vari autori che si sono occupati di narrare lo scorrere della vita e fra i tanti non poteva mancare William Shakespeare che fa recitare al personaggio di Jaques, nella famosa commedia “Come vi piace”, il classico monologo in cui il mondo è descritto come un palcoscenico.

E quale occasione più propizia per fondere la riflessione con la pratica dell’arte teatrale? Grazie ai fondi di un bando nazionale, abbiamo potuto accogliere fra di noi Christian Poggioni, attore e formatore professionista, che ci ha guidati alla scoperta dei più famosi brani del Bardo di Avon e ce li ha fatti recitare, anche in inglese. Ci ha fatto scoprire la bellezza ma anche la difficoltà dell’inglese all’epoca di Shakespeare, ci ha portato i canti dell’epoca ma soprattutto ci ha portato a muovere dentro di noi i temi fondamentali di ogni monologo colorando la nostra esperienza di emozioni, fatica, entusiasmo, timori e gioia.

È stato un momento in cui i maestri e le maestre del Collegio si sono percepiti su vari livelli in un incontro profondo dopo l’estate per partire con un nuovo slancio artistico nel nuovo anno scolastico.